Omaggio a T.W.
Ti sei alzato appena,
ho gli occhi chiusi e non ti guardo. Avverto il vuoto di te nel letto che per
una minuscola porzione di secondo non ha fatto a tempo a cancellare la tua
forma. Li apro e cerco le sigarette. Non è necessario che ti veda, so dove stai
andando. E il fatto di saperlo così bene mi sgomenta. Stai mettendo il caffè
sul fornello, poi tra un minuto sentirò l’acqua della doccia scrosciare in
bagno. Non voglio innamorarmi di te. L’ho pensato dalla prima sera che ti dissi
di provarci con me. Tu eri lì da sempre. Con il cuore uguale a sè stesso a
sedici a venti a trent’anni. Io non so neanche chi sia me e cosa devo farne.
Non volevo innamorarmi
di te. Ma la sera della festa avevi quella parrucca bionda da donna e mi è
sembrato un segno. Una bandiera di benvenuto issata sulla tua vita rigorosa e
tranquilla. Mi diceva che c’era posto anche per me, pazza com’ero. Bionda – ti
ho detto – trova una scusa per tuo marito e vieni da me stanotte. Sei venuto.
Ma non mi hai chiesto di innamorarmi di te.
Non sono brava a capire
i sentimenti. Non i miei. Ti ho messo alla porta un centinaio di volte. Tu mi
guardavi con quegli occhi pieni di casa con giardino e bambini e messa della
domenica. E io non volevo assolutamente innamorarmi di te.
Le sigarette non sono
da nessuna parte. Me le hai nascoste di nuovo. Prima mi avrebbe preso uno dei miei
scoppi di ferocia, ora mi viene da sorridere. Sono nella stessa posizione in
cui ti sei sollevato da me. Ti piace guardarmi mentre mi masturbi. Ti metti lì
ad accarezzarmi con concentrazione, attraverso la tua mano sai prima di me
quando sto per venire. Come fai, ti ho chiesto una volta. Io sento tutto quello
che senti tu, mi hai detto.
Entra in camera l’odore
acido del caffè, ma non mi va di alzarmi a spegnere il fuoco. Voglio vederti
rientrare nel tuo accappatoio azzurro e spiare le forme del tuo corpo tra le
pieghe. Voglio vedere come i tuoi capelli bagnati restano su come piume
stropicciate, quando ci passi il cappuccio. Voglio vedere il modo ordinato in
cui pieghi via le tue cose e le metti al loro posto. Forse un giorno odierò
questi gesti uno a uno. Forse mi irriterò entrando dopo di te in bagno e
trovandolo intriso di vapore umido. Forse non sopporterò il modo in cui
mastichi e perfino il tuo modo di guardarmi. Forse sei solo uno dei milioni di
esseri umani di questa terra e non posso pensare che tutti i miei baci dovranno
essere per te solo e i desideri della mia vita confusi con i tuoi. Questi i
miei forse infiniti, di cui ho bisogno per andare avanti.
E però è successo che ho
bisogno di te quando mi prende il panico davanti a quell’indefinito. Ho bisogno
dell’appiglio del tuo corpo e delle tue parole che hanno la stessa ferma
consistenza, ho bisogno che mi continui a guardare come mi guardi, anche quando
poi sarò diversa, con quello sguardo largo e caldo che mi fa sentire piene le
mani.
Guardo la porta,
aspettando di vederti, e so di essermi innamorata di te.
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