domenica 14 maggio 2017

Spero di non innamorarmi di te


Omaggio a T.W.

Ti sei alzato appena, ho gli occhi chiusi e non ti guardo. Avverto il vuoto di te nel letto che per una minuscola porzione di secondo non ha fatto a tempo a cancellare la tua forma. Li apro e cerco le sigarette. Non è necessario che ti veda, so dove stai andando. E il fatto di saperlo così bene mi sgomenta. Stai mettendo il caffè sul fornello, poi tra un minuto sentirò l’acqua della doccia scrosciare in bagno. Non voglio innamorarmi di te. L’ho pensato dalla prima sera che ti dissi di provarci con me. Tu eri lì da sempre. Con il cuore uguale a sè stesso a sedici a venti a trent’anni. Io non so neanche chi sia me e cosa devo farne.
Non volevo innamorarmi di te. Ma la sera della festa avevi quella parrucca bionda da donna e mi è sembrato un segno. Una bandiera di benvenuto issata sulla tua vita rigorosa e tranquilla. Mi diceva che c’era posto anche per me, pazza com’ero. Bionda – ti ho detto – trova una scusa per tuo marito e vieni da me stanotte. Sei venuto. Ma non mi hai chiesto di innamorarmi di te.
Non sono brava a capire i sentimenti. Non i miei. Ti ho messo alla porta un centinaio di volte. Tu mi guardavi con quegli occhi pieni di casa con giardino e bambini e messa della domenica. E io non volevo assolutamente innamorarmi di te.
Le sigarette non sono da nessuna parte. Me le hai nascoste di nuovo. Prima mi avrebbe preso uno dei miei scoppi di ferocia, ora mi viene da sorridere. Sono nella stessa posizione in cui ti sei sollevato da me. Ti piace guardarmi mentre mi masturbi. Ti metti lì ad accarezzarmi con concentrazione, attraverso la tua mano sai prima di me quando sto per venire. Come fai, ti ho chiesto una volta. Io sento tutto quello che senti tu, mi hai detto.
Entra in camera l’odore acido del caffè, ma non mi va di alzarmi a spegnere il fuoco. Voglio vederti rientrare nel tuo accappatoio azzurro e spiare le forme del tuo corpo tra le pieghe. Voglio vedere come i tuoi capelli bagnati restano su come piume stropicciate, quando ci passi il cappuccio. Voglio vedere il modo ordinato in cui pieghi via le tue cose e le metti al loro posto. Forse un giorno odierò questi gesti uno a uno. Forse mi irriterò entrando dopo di te in bagno e trovandolo intriso di vapore umido. Forse non sopporterò il modo in cui mastichi e perfino il tuo modo di guardarmi. Forse sei solo uno dei milioni di esseri umani di questa terra e non posso pensare che tutti i miei baci dovranno essere per te solo e i desideri della mia vita confusi con i tuoi. Questi i miei forse infiniti, di cui ho bisogno per andare avanti.
E però è successo che ho bisogno di te quando mi prende il panico davanti a quell’indefinito. Ho bisogno dell’appiglio del tuo corpo e delle tue parole che hanno la stessa ferma consistenza, ho bisogno che mi continui a guardare come mi guardi, anche quando poi sarò diversa, con quello sguardo largo e caldo che mi fa sentire piene le mani.
Guardo la porta, aspettando di vederti, e so di essermi innamorata di te.

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